Dettagli
Libro: |
Bianco & Nero |
Formato: |
14,8 x 21 (A5) |
Copertina: |
Morbida |
Pagine: |
95 |
Categoria: |
Gialli, Noir e Horror |
Editor: |
Photocity Edizioni |
Lingua: |
Italiana |
Biografia
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ANGEL
Mi chiamo Angelo La Mendola, sono nato a Santo Stefano Quisquina il 25 Novembre 1989.
Ho conseguito il diploma di perito elettronico all'IPIA Archimede di Cammarata.
Frequento l'accademia di canto Roland Music School di Palermo, questo è il mio primo libro.
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Stralci
3 Stralci
Elias raggiunge il terzo piano, nella sezione C dell`istituto professionale Falco Nero
‘Ma che diavolo è questo, che cosa è successo qui?’.
Mi ritrovai davanti ad una immensa pila di cadaveri
completamente coperti di sangue e con gli intestini legali nelle
braccia e nel collo, l’odore che si sentiva in tutto il piano era
nauseabondo e per terra, oltre ai corpi c’era una quantità di
sangue, pus e succhi gastrici.
‘Ma questo è l’inferno’ pensai.
Iniziai a camminare, anche come il piano della sezione A tutte
le porte erano serrate con delle sbarre d’acciaio, mentre
camminavo più guardavo i corpi che erano per terra più
l’adrenalina mi cresceva, ma alla fine non guardai più quello
spettacolo orribile e continuai a guardare avanti fino a quando
non arrivai davanti all’unica porta non serrata ovvero la 5° C,
entrai e vidi tre barelle a destra e tre sedie a rotelle a sinistra
con delle lenzuola che coprivano qualcosa e al centro c’era un
vecchio televisore con tanto di videoregistratore, mi avvicinai
alla televisione e misi la videocassetta nel videoregistratore da
lì partii un filmato.
(Rif. Pagina 45)
Elias raggiunge il terzo piano, nella sezione C dell`istituto professionale Falco Nero
‘Ma che diavolo è questo, che cosa è successo qui?’.
Mi ritrovai davanti ad una immensa pila di cadaveri
completamente coperti di sangue e con gli intestini legali nelle
braccia e nel collo, l’odore che si sentiva in tutto il piano era
nauseabondo e per terra, oltre ai corpi c’era una quantità di
sangue, pus e succhi gastrici.
‘Ma questo è l’inferno’ pensai.
Iniziai a camminare, anche come il piano della sezione A tutte
le porte erano serrate con delle sbarre d’acciaio, mentre
camminavo più guardavo i corpi che erano per terra più
l’adrenalina mi cresceva, ma alla fine non guardai più quello
spettacolo orribile e continuai a guardare avanti fino a quando
non arrivai davanti all’unica porta non serrata ovvero la 5° C,
entrai e vidi tre barelle a destra e tre sedie a rotelle a sinistra
con delle lenzuola che coprivano qualcosa e al centro c’era un
vecchio televisore con tanto di videoregistratore, mi avvicinai
alla televisione e misi la videocassetta nel videoregistratore da
lì partii un filmato.
(Rif. Pagina 45)
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Scottanti parole fra Elias e Luis
“Lo sapevo, non hai il coraggio di affrontare qualcuno che è
meglio di te, però non ti sei fatto molti scrupoli quando hai
ucciso Rossella vero? Non sei altro che uno psicopatico, un
essere spregevole, un assassino senza scrupoli”.
“Uccidere Rossella andava fatto, sapeva troppe cose e aveva
minacciato di distruggermi andando a spifferare tutto agli
sbirri”.
“Ma davvero e Aida, anche lei sapeva troppe cose di te, o ti sei
divertito ad ucciderla solo per divertimento…mi pento di averti
salvato la vita poco fa”.
“Forse avresti dovuto davvero lasciarmi morire sbranato da
quel mostro, pensi davvero che uccidendomi avresti posto fine
a questo incubo, e poi cosa fai, te ne andavi via? Anche se tu
mi avresti lasciato morire, quei mostri non ti avrebbero mai più
dato pace anzi ti avrebbero conciato per le feste”.
(Rif. Pagina 71)
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Elias racconta la sua storia a Jasmine
“Jasmine lascia che ti dica una cosa, la mia vita non è affatto
perfetta, io e mia sorella siamo cresciuti in un ambiente di
tossici, i nostri genitori erano persone molto complicate, mia
madre era un alcolista e da più di tre mesi è ricoverata in una
clinica dopo che un suo carissimo amico nonché primario di
oncologia in uno degli ospedali più prestigiosi di Titanium Fox,
e sta recuperando alla grande adesso sta davvero bene, mio
padre invece era del tutto pesante, si faceva come una bestia,
era sempre fatto non saltava mai una dose e tutti i suoi soldi li
spendeva in siringhe e polvere bianca, e ogni volta che era
sotto l’effetto di quella roba picchiava sempre nostra madre
dicendo che era non aveva alcun futuro e che passava le sue
giornate ad ubriacarsi e a piangere come una disperata”.
Riportando alla mente quegli atroci ricordi, stavo quasi per
mettermi a piangere.
“Una notte mio padre fece una cosa orribile, aveva fatto un
miscuglio di cocaina, eroina ed ecstasy, una volta che se l’era
iniettata, all’inizio pensava di essere in paradiso ma dopo soli
quindici secondi, e andato in collasso che poi si è concluso con
un arresto cardiaco immediato, avevo quindici anni quando
mio padre è morto”.
(Rif. Pagina 80)
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